Come associazione di volontariato siamo consapevoli che la povertà si manifesta attraverso una molteplicità di dimensioni.
Pertanto cerchiamo, nel nostro piccolo, di far fronte non solo al bisogno fondamentale di alimenti, ma vogliamo anche, di concerto con i servizi sociali del territorio, evitare l’isolamento sociale e la povertà relazionale che spesso segue generando poi la marginalità estrema delle famiglie e dei singoli individui.
Con queste premesse e grazie al costante impegno di alcuni volontari, l’Associazione ha svolto un ruolo significativo nell’aiuto a persone disagiate.
Nel corso degli anni abbiamo visto molti cuori e molte vite muoversi a favore degli “ultimi”, ma una particolare menzione merita lo sviluppo dell’assistenza domiciliare realizzata a favore di una famiglia composta dalla madre molto anziana, Alda, e da suo figlio Libero.
Una famiglia che ha vissuto per anni in una situazione di seria difficoltà; durante questo periodo i membri dell’Associazione si sono adoperati per cercare di volta in volta soluzioni a seri problemi burocratici, economici e di salute. Nel 2012 la situazione si è aggravata tanto da rendersi necessaria l’assistenza quotidiana; ma riconoscendo i limiti delle nostre competenze e possibilità, è stata segnalata la situazione al segretariato sociale del XIX° municipio (attualmente XIV°), con il quale è nata una proficua collaborazione che ha consentito di accompagnare la famiglia anche quando la mamma non è stata più autosufficiente.
Il volontariato della Kyrios si è inserito in sintonia con l’operato dei servizi sociali, estendendo e sviluppando una efficace sinergia con le figure istituzionali competenti del Municipio (per assicurare i pasti, le pulizie, gli interventi straordinari ecc.), con la ASL (per le cure domiciliari), con il CIM (per l’assistenza psicologica) e con altre associazioni di volontariato.
Tali interventi si sono concretizzati anche in contributi economici a favore della famiglia assistita.
Nel giugno del 2012 Alda è deceduta, ma aver consentito di vivere dignitosamente l’87° anno di vita a questa donna nella propria casa, con il figlio, in una condizione di disabilità, è un miracolo che vogliamo continuare a chiedere di poter realizzare per il futuro.
Libero, dopo la morte della madre ha avuto momenti di smarrimento e malessere di natura psico-fisica.
In questo periodo abbiamo visto potenziata la presenza di assistenti sociali, medici ed operatori del CIM e volontari che hanno cercato di aiutare Libero a superare questo momento di lutto…
In accordo con il proprietario della casa nella quale la famiglia abitava, ed in rapporto continuo con i servizi, si è risvegliato attorno a questa situazione un interesse particolare ed una forte attenzione che ci hanno fatto sperare nella possibile realizzazione di una casa famiglia nella stessa casa di Libero, chiamando in causa diverse realtà sul territorio (Comune, Caritas e ASL).
Così nel mese di luglio 2013 si è provveduto a trasferire temporaneamente Libero in una casa famiglia in zona Trionfale e nel frattempo, grazie a faticosi interventi di trasloco e smaltimento da parte di alcuni volontari, si è riusciti a svuotare l’appartamento per permettere l’avvio dei lavori.
L’inserimento di Libero in questa nuova casa con altri tre inquilini, seppur traumatico, è stato estremamente positivo.
A settembre abbiamo però dovuto prendere atto della non fattibilità del progetto casa famiglia a causa della sua onerosità ed abbiamo accantonato l’idea (almeno per il momento).
Quattro dei nostri volontari a turno hanno seguito i vari avvicendamenti di Libero, il quale ha continuato ad essere virtuosamente sostenuto ancora da “provvidenziali” contributi del Comune e della ASL per il suo sostegno nella nuova casa.
Purtroppo nel mese di marzo 2014, il triste evento della improvvisa morte del compagno di stanza di Libero, ha scosso gli animi dei presenti in casa e si è provveduto al loro allontanamento per qualche giorno; questo evento però ha creato l’occasione per le assistenti sociali di rivedere la collocazione degli ospiti, fino a giungere alla decisione di cercare un’altra struttura meno impegnativa dal punto di vista gestionale, dato che il decesso aveva creato un significativo nodo di criticità.
In seguito Libero è stato accolto in una casa di riposo in una zona più vicina alla sua vecchia abitazione, con positivo apprezzamento da parte di Libero stesso, che ha intravisto in questo cambiamento la possibilità di poter riallacciare anche qualche rapporto di amicizia di vecchia data.
Nel corso dell’anno, si è ambientato sempre più alla nuova situazione; col passare dei mesi ha conquistato la fiducia del responsabile della casa al punto che ogni tanto ha la possibilità di uscire autonomamente, anche se per pochissimo tempo, magari per una pausa caffè.
Anche se nella casa viene curato sotto tutti i punti di vista, medico, psicologico, igienico, ecc., le visite periodiche e costanti delle nostre volontarie, Rossana e Antonella, lo rendono felice, considerato anche il legame affettivo che dopo tanti anni si è creato.
Durante l’anno abbiamo potuto farlo partecipare a due eventi ludici, una festa comunitaria estiva all’aperto, e una festa di Natale, dove ha incontrato amici di un tempo, si è sentito riconosciuto, e ha vissuto momenti e spazi somiglianti ad una vita “normale”.
Ora Libero è lucido, presente, consapevole… insomma possiamo dire che fin qui tutto si è mosso molto al di sopra delle nostre aspettative!
Una nostra volontaria gestisce i rapporti con le istituzioni, svolge alcune pratiche burocratiche e fa da intermediaria tra la casa e la ASL che, insieme al Comune, con la supervisione delle assistenti sociali, coprono tutte le spese di soggiorno e di quant’altro necessita.
Il 24 marzo scorso Libero ha festeggiato il suo 67° compleanno!
A conclusione riteniamo, che il nostro impegno, seppure molto circoscritto rispetto ai bisogni generali, sia stato orientato alla solidarietà, alla condivisione ed alla cooperazione, nel tentativo di alimentare la speranza e realizzare le finalità dell’Associazione Kyrios che si propone di operare, proprio rifacendosi alle parole inserite nell’articolo 3 del nostro Statuto: “ponendo come base e significato della sua azione l’Evangelo di Gesù Cristo e quindi avendo come diretto riferimento l’Etica Cristiana”.
Quella di Libero è una storia che ci stimola, tanto più in relazione al difficile periodo economico e sociale che stiamo affrontando, ad immaginare nuovi progetti, quali ad esempio la realizzazione di una casa-famiglia.
Ci piace pensare che questo sia un progetto realizzabile in un futuro non troppo lontano.